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FAUSTO BRONCHI nasce a Spoleto (Umbria - Italia) nel 1938 dove
viveva e lavorava.
Diplomato all’Accademia di Belle Arti a Perugia iniziò molto giovane l’attività
espositiva.
A soli 18 anni partecipò al "Premio Spoleto". Nel ’56 e ’57
tenne la prima personale, in occasione del neonato Festival dei Due Mondi,
durante il quale espose di nuovo nel 1959.
Fu invitato a molte mostre nazionali italiane tra cui nel 1960 alla Biennale
di Venezia alla quale fu costretto a rifiutare a causa del servizio militare.
Le sue opere sono state valorizzate e conosciute soprattutto grazie alle
esposizioni organizzate alla Galleria romana "L’88" di Via Margutta.
I suoi astratti sono stati esposti a New York, ad Orange, in occasione
di una rassegna di 6 pittori umbri tenutasi al Musee Municipal patrocinata
dal Comune di Spoleto e negli ultimi anni esclusivamente in Germania (Monaco,
Castello di Seeon, Cloppenburg-Niedersachsen..).
Portavoce di un linguaggio astratto legato all'informale ed a quella sua
particolare variante che era quel suo naturalismo di matrice arcangelicana
espresso dal "gruppo degli spoletini" negli anni '50 (De Gregorio,
Marignoli, Raspi, Toscano), Bronchi all'inizio degli anni '60 ha tangenze
con il percorso di Raspi ed in particolare con la manifestazione di un
registro cromatico che pone un rapporto di contiguità tra la materia e
l'immagine. Tutta la sua produzione è caratterizzata da una forte componente
gestuale unita ad una notevole capacità tecnica.
E' presente al Museo Comunale d'Arte Moderna di Spoleto con "Presupposto
n. 18" del 1990 - Tecnica mista 160 x 120 cm.
Le sue ultime due personali patrocinate dal Comune di Spoleto, le tenne
proprio nella sua città natale, nel 1992 "Momenti" fu dedicata
simbolicamente a suo padre e, l’ultima nel 1997 nella quale esordì con
una nuova serie di paesaggi ispirati alla Germania e paesaggi surreali
ispirati comunque ad un senso di pace e tranquillità.

Durante il decorso della sua terribile
malattia, nonostante l’immobilità alla quale è stato costretto negli
ultimi suoi mesi di vita ha trovato la forza di provare a combattere
il suo destino rendendo meno interminabili le sue giornate, realizzando
circa 3000 disegni ma soprattutto dipingendo una nuova serie di circa
30 opere paesaggistiche che lasciano
intravedere la sua rabbia, le prime,
e la sua speranza in una guarigione
o forse in un passaggio felice da questa vita alla vita eterna,
le ultime.
Simona
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