TESTO DI MARCELLO TERENZI


Mostra 1980 Studio Gabrielli - Via Margutta – Roma


Quando nel 1961 il giovanissimo Bronchi esponeva alla galleria l'88 in questa stessa via Margutta, Giovanni Carandente scriveva di lui: "un'alternativa tenace e profonda tra il mondo della realtà e l'autonomia della forma, un'eco sopita di irrequietudini surrealiste e l'analisi lucida di certe situazioni fantastiche ma giustappuntate quanto a registro cromatico, una soluzione di continuità tra la materia e l'immagine, perché la prima non prevarichi la seconda."
Sono passati molti anni e pur nel processo evolutivo del travaglio artistico, le parole di Carandente restano valide per questo pittore che avendo vissuto sempre nella natia Spoleto, ha potuto restare in quella natura che la sensibilità di origine gli aveva dato.
Nelle sue visioni oniriche trasforma in realtà le sensazioni e vede l'Uomo di oggi immerso in questa, con i suoi sogni e le sue sofferenze.
Con questi contrasti, in un clima di purezza e di astrazione che solo la distaccata ed ascetica Umbria ancora oggi può dare, Fausto Bronchi si esprime.
La tecnica si è liberata dagli orpelli del mestiere per farci leggere le linee più essenziali dell'idea.
Bronchi non è né un astratto e tanto meno un figurativo, solamente chi si accosta alla sua pittura affrancato da preconcetti, si rende conto del linguaggio secco ed allo stesso tempo altamente poetico di un pittore non adagiato in tradizionalismi superati ne impegnato in vane ricerche demagogiche.
Pur nella semplicità dell'uomo, Bronchi è un pittore intellettuale; proprio queste due opposte capacità ne fanno un artista che affascina , in un attrazione da sortilegio.
Il nostro interesse di oggi è rivolto al fatto che passati alcuni anni dalle mostre in Italia ed in America, finalmente, vincendo la ritrosia dell'uomo, siamo riusciti a spingerlo fuori dal quel volontario esilio della montagna spoletina nel quale in un torpore produttivo, dipingendo più per sé che per gli altri, si era ritirato, in quella stessa Umbria che ha dato i natali a Burri e dove questo grande pittore si è nuovamente rifugiato.
Oggi che il sapere qualitativo sta rientrando nella scienza, si va man mano facendo giustizia di certe facili mode che avevano sviato i giudizi ed attraverso uno studio della filosofia della visione, si afferma la capacità immaginativa dell'occhio.