TESTO DI FRANCA CALZAVACCA


Mostra 1988 Castello della Castelluccia - Roma


Il segno che determina le opere di Fausto Bronchi è lo strumento essenziale per permettergli di realizzare le sue intenzioni pittoriche e spirituali. Un "impulso calligrafo" per dare corpo alle sue idee e per trasformare le linee della sua descrizione formale in un vibrante sistema reticolare. Dall’informale che ha lasciato convenzionali significati al suo lavoro di composizione all’oggetto (de-strutturato) per trarne moduli di nuova organicità e dopo aver provato, con risultati di grande efficacia visiva, l’inserimento di altri materiali sul piano di progettazione, Bronchi è passato ad una sistemazione maggiormente complessa del tema trattato e del tableau dipinto. Attualmente l’organizzazione del suo segno si avvale dell’uso abile e sistematico del colore, altra componente fondamentale del suo operato. Si tratta proprio di una riappropriazione del colore che l’artista ci ripropone con la certezza di esiti significativi. Le forme sistemate sulla superficie del quadro non hanno precise determinazioni nella realtà se non le illusioni della nostra mente che cerca un riflesso della verità dovunque si proceda alla regolamentazione esteriore di una trama (interiore). Tendono a nascere dal colore rispettandone le esigenze tonali e sono sempre imprevedibili, sempre inattese, ma pur sempre naturali. I rapporti che si sono creati fra l’autore e il suo prodotto intellettuale portano alla identificazione di un particolare linguaggio dove la frammentazione e la complessità del tratto non interrompono la dinamica pittorica, nelle sue dilatazioni misteriose. E sono certamente i colori a suggerire le forme trovando in queste la loro essenza fondamentale in uno scambio di valenze e di possibilità ricco e vitale. I movimenti sono morbidi ma non labili e la gamma cromatica non turba con violenze o irregolarità sintattiche l’opera che si è andata aggregando su aree diverse. E’ infatti lo spazio a sovrapporsi, a frammentarsi, a disporsi secondo i casi del pensiero, che non lascia niente all’improvvisazione. Comunicando attraverso i suoi modelli una sua irrealtà programmata, Fausto Bronchi sottolinea il valore metamorfico della sua pittura dove non è esente il gusto decorativo. Vi possiamo trovare varie allusioni di carattere antropomorfo o fitomorfo (dal corpo umano e dalla vegetazione) per una storia infinita che suggestiona i nostri sensi e la nostra comprensione. I ritmi del colore, alternati sulla gamma delle terre per poi abbandonarsi al piacere della libertà cromatica nel cuore del dipinto, hanno saputo elaborare questa scrittura simbolica, lieta o drammatica, lirica o nervosa, come un test psicanalitico che coinvolge e convince. Ed anche per Fausto Bronchi, come per tutti i veri artisti, l’espressività dei mezzi visivi non si risolve quindi in una pura percezione ma raggiunge l’esatta "concezione" sottilmente inquietante nella razionalità del motivo informatore.